Rischio radon – Ambienti di lavoro e di vita
Radon: origine, rischi, prevenzione
Cos’è il radon?
Il radon è un
gas nobile radioattivo incolore e inodore, generato continuamente da alcune rocce (principalmente lave, tufi, graniti e pozzolane) in seguito al decadimento del Radio 226 che a sua volta è generato dall’Uranio 238. Il radon si trasforma spontaneamente in altre sostanze radioattive, fino ad arrivare al Piombo 206, con il quale termina la catena di decadimenti.
Il radon pertanto deriva principalmente dal terreno, dove sono contenuti i suoi precursori e, frequentemente, è presente nelle falde acquifere come gas disciolto. Essendo 8 volte più pesante dell’aria, tende ad accumularsi negli ambienti confinati e quindi anche nelle abitazioni.
Origine del radon
Il radon, per sua natura chimica, è poco reattivo ed essendo un gas, è facilmente eliminabile per via respiratoria. Non si può dire lo stesso degli elementi che si generano dal suo decadimento, che sono molto più reattivi.
Una volta giunti a livello polmonare si fissano ai tessuti e continuano ad emettere particelle α, in grado di danneggiare le cellule dell’apparato polmonare in modo irreversibile.
Per questo motivo il radon è stato classificato dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) come cancerogeno
per l’uomo.
Esposizione e rischi per la salute
Ambienti di lavoro – Salute e sicurezza
Per quanto riguarda gli
ambienti di lavoro, il D.Lgs. 241/2000 stabilisce l’obbligo di
valutare il rischio di esposizione al radon
nel momento in cui sono presenti lavoratori che permangono in ambienti sotterranei o semisotterranei (con almeno tre pareti confinanti con il terreno) per almeno 10 ore al mese. La valutazione, effettuata anche mediante apposite
misurazioni, dovrà stabilire il rispetto o meno del
limite stabilito dalla normativa
pari a 500 Becquerel per metro cubo (Bq/m3). La grandezza di riferimento utilizzata per valutare l’attività del radon si riferisce al numero di decadimenti nucleari che hanno luogo ogni secondo in un m3.
“D.Lgs. 241/2000 – Art. 10-bis – Campo di applicazione
1. Le disposizioni del presente capo si applicano alle attivita’ lavorative nelle quali la presenza di sorgenti di radiazioni naturali conduce ad un significativo aumento dell’esposizione dei lavoratori o di persone del pubblico, che non puo’ essere trascurato dal punto di vista della radioprotezione. Tali attivita’ comprendono:
a) attivita’ lavorative durante le quali i lavoratori e, eventualmente, persone del pubblico sono esposti a prodotti di decadimento del radon o del toron o a radiazioni gamma o a ogni altra esposizione in particolari luoghi di lavoro quali tunnel, sottovie, catacombe, grotte e, comunque, in tutti i luoghi di lavoro sotterranei;
b) attivita’ lavorative durante le quali i lavoratori e, eventualmente, persone del pubblico sono esposti a prodotti di decadimento del radon o del toron, o a radiazioni gamma o a ogni altra esposizione in luoghi di lavoro diversi da quelli di cui alla lettera a) in zone ben individuate o con caratteristiche determinate;
c) attivita’ lavorative implicanti l’uso o lo stoccaggio di materiali abitualmente non considerati radioattivi, ma che contengono radionuclidi naturali
e provocano un aumento significativo dell’esposizione dei lavoratori e, eventualmente, di persone del pubblico;
d) attivita’ lavorative che comportano la produzione di residui
abitualmente non considerati radioattivi, ma che contengono radionuclidi naturali e provocano un aumento significativo dell’esposizione di persone del pubblico e, eventualmente, dei lavoratori;
e) attivita’ lavorative in stabilimenti termali o attivita’ estrattive
non disciplinate dal capo IV;
f) attivita’ lavorative su aerei
per quanto riguarda il personale navigante.”
Nel caso vi fosse un superamento del valore limite sarà necessario attuare delle misure finalizzate a ridurre la concentrazione del radon nei locali di lavoro.
In linea generale si può distinguere tra misure di risanamento, attuabili in un edificio esistente, e misure di prevenzione, attuabili nella fase di progetto di un edificio. Di seguito si riportano una serie di esempi
di interventi di risanamento e prevenzione attuabili non solo negli edifici destinati ad ospitare attività lavorative, ma anche in tutti gli ambienti, sia pubblici che privati, dove la concentrazione di radon può rappresentare un problema per la salute di chi si trova al suo interno.
Ambienti di lavoro – Salute e sicurezza
Ventilazione
Ventilando maggiormente gli ambienti interessati dal problema si ottiene subito un certo miglioramento. Ventilare comporta però una notevole perdita di calore, per cui tale misura può essere considerata unicamente come accorgimento provvisorio.
Sigillare le vie di ingresso
Apparentemente rappresenta il metodo più semplice e più indicato per combattere il radon. In realtà, soprattutto in caso di concentrazioni elevate, i risultati sono spesso incerti e da soli insufficienti a risolvere il problema. Le tecniche di isolamento devono essere abbinate alle cosiddette tecniche di abbattimento attive, le quali prevedono l’uso di un ventilatore.
Areazione della cantina o creazione di una sovrappressione
Nei casi in cui le infiltrazioni di radon ai piani superiori provengano dalla cantina (o da altre stanze sottostanti) può essere sufficiente aumentare il ricambio d’aria con metodi passivi (es. finestra) o attivi (es. ventilatore).
Se ciò non bastasse, si dovrebbe rafforzare l’effetto espellendo all’esterno l’aria dalla cantina chiusa, creando così una depressione, o immettendovi aria esterna, creando una sovrappressione, per mezzo dell’utilizzo di un ventilatore.
Aspirazione dell’aria tramite intercapedini
A volte può risultare conveniente realizzare un nuovo pavimento con un’intercapedine; in alternativa possono essere installate apposite canaline di raccolta. L’intercapedine o le canaline dovranno essere collegate ad un ventilatore che aspira l’aria ricca di radon e la veicola all’esterno dell’edificio.
Aspirazione dell’aria sottosuolo
Il metodo consiste nello scavare un pozzetto nel terreno sottostante l’edificio dal quale, per mezzo di un’adeguata tubazione e un ventilatore, si estrae l’aria ricca di radon dal sottosuolo prima che possa penetrare nell’edificio.
Misure di prevenzione
Edificio fondato su piattaforma in cemento
Attualmente un “fondamento a platea” in cemento speciale (a tenuta di radon) che copre tutta la superficie orizzontale dello scavo è la migliore protezione nei confronti del radon. Nel ghiaino sotto la platea è inoltre possibile posizionare alcuni tubi di drenaggio per aspirare l’aria dal suolo in caso di necessità.
Fondazione ventilata
Dove non si realizzi una fondazione a platea può essere posta in opera una pavimentazione ventilata tramite vespaio o tubi di drenaggio, facendo attenzione a garantire la massima sigillatura della pavimentazione.
Monitoraggio inquinanti in ambiente domestico
Recentemente sono stati sviluppati sistemi e
dispositivi di monitoraggio inquinanti
(compreso il radon) anche ad uso anche domestico.
La SANAMBIENTE srl è in grado di monitorare gli ambienti lavorativi o domestici dai seguenti inquinanti:
• CAMPI ELETTROMAGNETICI – Alta frequenza
• CAMPI ELETTROMAGNETICI – Bassa frequenza
• GAS RADON
• FORMALDEIDE
• RADIAZIONI IONIZZANTI
• WiFi
• MONOSSIDO DI CARBONIO
• METANO
• CH4
• FUMO E PRESENZA INCENDI
• QUALITÀ ARIA – H2, LPG, Alcohol, NH3, Etanolo, Toluene
• POLVERI SOTTILI
• QUALITÀ ACQUA – Cloro, durezza, alcalinità, Ph, nitriti e nitrati
• INQUINAMENTO ACUSTICO
• TEMPERATURA
• UMIDITÀ